I virus nel permafrost sono molto pericolosi ma pure ricercati. Vi diciamo, in questo articolo, cosa rischiamo e perché i gli studiosi li stanno cercando.
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I ricercatori russi li studiano da tempo
I ricercatori russi hanno iniziato a studiare i tessuti molli di un cavallo di oltre 4 mila anni di età. Il motivo?Trovare paleovirus che potrebbero esservi rimasti conservati.
L’esperimento è stato avviato nell’ambito dell’accordo di cooperazione tra il Mammouth Museum della Northeast Federal University of Yakutia (UFNY) ei virologi del Vector Virology and Biotechnology Center.
I campioni di tessuto mollo vengono prima prelevati e poi portati in laboratorio per eseguire le procedure biologiche molecolari standard: isolamento totale degli acidi nucleici e sequenziamento dell’intero genoma, grazie ai quali gli scienziati possono ottenere dati sull’intera biodiversità dei microrganismi nel campione.
Lo studio: ecco a che cosa ci serve
Il primo esperimento è stato effettuato sul cavallo di Verkhoyansk, trovato nel 2009, la cui età geologica è di 4450 anni. Il progetto studierà anche altri animali della fauna dell’epoca dei mammut, grazie ai reperti trovati negli ultimi 10 anni in seguito allo scongelamento del permafrost della Yakutia.
I cambiamenti climatici ci mettono a dura prova. Gli habitat perennemente gelati potrebbero conservare virus nuovi, mai visti prima. Un pericolo, oppure una modalità per capire di evitare una nuova pandemia?
I pericoli
In realtà, gli studi resi possibili da queste nuove tecnologie che ci permettono di scoprire dei paleovirus sopravvissuti nel permafrost, sono assai importanti per comprendere meglio i processi evolutivi della formazione dei virus e la storia delle epidemie che si verificano sul pianeta. E forse, in futuro, a prevenire altre devastanti pandemie.
Non a caso quella di COVID, finita ma latente in molti Paesi del Mondo, ci avrebbe dovuto insegnare la seguente cosa. Meglio prevenire, attrezzarsi e scoprire eventuali pericoli, piuttosto che far finta di niente e trovarsi letteralmente con l’acqua alla gola.
SI RINGRAZIA IL METEOGIORNALE.IT PER LA GENTILE CONCESSIONE.