DI FRANCO ROSSI

Prevedere una tempesta solare. No, non è fantascienza. Un nuovo algoritmo, basato sull’Intelligenza Artificiale, potrebbe dare l’allarme con pochissimo preavviso per le tempeste solari. Esso sarebbe in grado di prevederle con una mezzora d’anticipo, calcolando in pochi secondi l’intensità, la direzione e dove colpiranno.
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La tecnologia brevettata
Il sistema tecnologico è stato impiegato da un gruppo internazionale di ricercatori della NASA, che hanno diffuso il risultato ottenuto sulla rivista Space Weather. Il modello matematico è stato chiamato ‘Dagger’ (un nome simbolico, significa: pugnale), combina i dati raccolti dai satelliti e dalle stazioni a terra e dà un allerta con sufficiente anticipo per prevenire danni gravi a reti elettriche e infrastrutture.
Le tempeste
Le tempeste solari provocano enormi disturbi del campo magnetico terrestre, e son causate dall’attività del Sole. Sebbene possano variare molto in intensità, i loro effetti diventano sempre più pericolosi, in quanto alterano molto l’interconnessione tecnologica delle telecomunicazioni.
Forse non tutti sanno che l’evento di Carrington del 1859 fu tempesta solare più forte mai registrata. Basti pensare che provocò incendi nelle stazioni telegrafiche di molte zone dell’Inghilterra. Se, nella malaugurata ipotesi, si verificasse oggi potrebbe paralizzare le economie, con blackout duraturi, vastissimi ed interruzioni delle telecomunicazioni globali.
Un rischio non da poco e nemmeno trascurabile, dato che il pericolo sta aumentando ulteriormente man mano che il Sole si avvicina al picco della sua attività, attorno al 2025.
La minaccia e la soluzione
Per prepararsi a quest’evenienza scomoda, i ricercatori indiani, guidati dal professor Vishal Upendran, hanno messo a punto un algoritmo che può prevedere rapidamente una nuova tempesta…solo mezz’ora prima che si verifichi!
Secondo il professore, di fatti, il sistema appena messo a punto è in grado di fare previsioni in meno di un secondo e di aggiornarle a cadenza di ogni minuto.
Dagger non è nuovo: è stato testato con due tempeste geomagnetiche piuttosto forti, verificatesi nel 2011 e nel 2015. In entrambi i casi è stato affidabile e pertanto sarà presto utilizzato e riproposto su scala globale.
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